Sono stati esaminati gli effetti della terapia diretta alle cellule B in soggetti a rischio di sviluppo di artrite reumatoide positiva agli autoanticorpi, che non avevano mai sofferto di artrite infiammatoria, e i biomarcatori predittivi dello sviluppo dell'artrite.
Individui positivi sia agli anticorpi anti-peptide citrullinato ( anti-CCP ) sia al fattore reumatoide ma senza artrite sono stati inclusi in uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo per ricevere una singola infusione di 1.000 mg di Rituximab ( MabThera ) oppure placebo.
81 individui hanno ricevuto un trattamento e sono stati seguiti per una media di 29.0 mesi, durante i quali 30/81 ( 37% ) hanno sviluppato artrite.
Il rischio osservato di sviluppare l'artrite nel gruppo trattato con placebo è stato del 40%, che si è ridotto del 55% ( hazard ratio, HR 0.45 ) nel gruppo trattato con Rituximab a 12 mesi.
Il trattamento con Rituximab ha causato un ritardo nello sviluppo dell'artrite di 12 mesi rispetto al trattamento con placebo nel momento in cui il 25% dei soggetti aveva sviluppato artrite ( P minore di 0.0001 ).
La velocità di eritrosedimentazione ( VES ) e la presenza di anti-peptide 1 citrullinato dell'alfa-enolasi ( anti-CEP-1 ) al basale erano fattori predittivi significativi dello sviluppo dell'artrite.
Una singola infusione di 1.000 mg di Rituximab ha ritardato in modo significativo lo sviluppo dell'artrite nei soggetti a rischio di sviluppare artrite reumatoide, fornendo prove del ruolo patogenetico delle cellule B nella prima fase di pre-artrite della artrite reumatoide positiva agli autoanticorpi. ( Xagena2019 )
Gerlag DM et al, Ann Rheum Dis 2019; 78: 179-185
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