Una meta-analisi di studi clinici che hanno valutato gli anticorpi anti-TNF nel trattamento dell’artrite reumatoide ha confermato una precedente scoperta secondo la quale questi farmaci sono associati al rischio di gravi infezioni e di sviluppo di tumori.
Gli anticorpi che bloccano il TNF ( Tumor Necrosis Factor ) sono efficaci nell’artrite reumatoide e in altre malattie autoimmuni, tra cui psoriasi e malattia di Crohn.
La meta-analisi è stata compiuta su 9 studi clinici che hanno coinvolto 3.493 pazienti trattati con antagonisti del TNF, e 1.512 pazienti che, invece, hanno ricevuto placebo.
I pazienti trattati con anticorpi anti-TNF presentavano un rischio di sviluppare tumore 3.3 volte maggiore rispetto ai soggetti a cui era stato somministrato placebo, mentre il rischio di gravi infezioni è risultato essere 2.2 volte maggiore.
L’insorgenza di tumore era più comune tra i pazienti trattati con alti dosaggi di anticorpi anti-TNF.
Secondo Eric Matteson della Mayo Clinic, i gravi effetti indesiderati degli anti-TNF ( infezioni, tumori ) sarebbero dovuti all’interferenza con i meccanismi immunologici dell’organismo.
Il rischio, tuttavia, sarebbe moderato.
C’è anche da tener presente che i pazienti con artrite reumatoide sono essi stessi associati ad un maggior rischio di gravi infezioni e di tumore.
La breve durata degli studi clinici non permette di trarre conclusioni sui rischi nel lungo periodo di questi farmaci.
L’impiego degli anticorpi anti-TNF dovrebbe essere riservato ai pazienti gravi, non-responder ad altri trattamenti.
I pazienti che ricevono terapia con antagonisti del TNF dovrebbero individuare in modo precoce sintomi di infezioni e devono sottoporsi a frequenti esami diagnostici per il rilevamento di neoplasie. ( Xagena2006 )
Fonte: Mayo Clinic, 2006
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